Intervenendo alla celebrazione dei 240 anni della Guardia di Finanza, il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan ha detto che "è urgente intervenire per contenere l'elevata pressione fiscale che è ostacolo al ritorno a ritmi di crescita in linea con i partner internazionali". "Serve un fisco più equo - ha aggiunto - un fisco più equamente distribuito consentirà infatti ai cittadini di affrontare meglio lo snodo che stiamo vivendo".
In un’Italia che certamente deve e vuole cambiare verso c’è un tema decisivo in questa direzione che, viceversa, risulta ancora oggi ampiamente trascurato. Quello della mobilità economica e sociale. In altre parole, quello dell’indipendenza del futuro di ciascuno dalle proprie condizioni di origine. Quelle per le quali non si può vantare alcun merito, ma neppure dover scontare alcuna responsabilità
A meno di due mesi dalle elezioni europee il dibattito politico è condizionato dalle suggestioni dei movimenti anti-euro che, facendo leva sul diffuso malcontento creato dalla crisi economica, fanno dell'uscita dell'Italia dalla moneta unica la loro bandiera.
I principali dati del debito pubblico del nostro paese sono ormai noti anche all'opinione pubblica non specializzata.
Si sa, per esempio, che la quota dei 2 mila miliardi è stata ampiamente superata e che l'incidenza del debito sul PIL oltrepassa ormai oggi il 130%. Tanto da fare del debito italiano il più pesante dell'Eurozona dopo quello della Grecia.
Da mercoledì 5 febbraio il decreto sui debiti della pubblica amministrazione, varato dal governo monti ad aprile dello scorso anno, diventa finalmente operativo. Sarà quindi possibile iniziare a compensare i crediti vantati nei confronti della Pubblica Amministrazione per chiudere, almeno in parte, i propri conti con il fisco.
Ventiquattro gennaio, quasi 2.400 comuni, 10 milioni di cittadini italiani proprietari di prime case fanno la fila davanti alle poste per fare il proprio dovere di cittadini e di contribuenti. Proprio così, proprietari di prime case. In barba a tutte le promesse secondo cui le tasse sull'abitazione principale non se ne sarebbero dovute pagare più. Dovranno invece pagare la cosiddetta mini Imu. Secondo le stime, un costo medio di circa 40 euro. Per un gettito complessivo di 400 milioni.
Anche quest'anno l'ultimo atto del governo è stato l'approvazione del cosiddetto decreto meglio noto come "milleproroghe". Nulla di nuovo in verità. Da lungo tempo infatti, ogni fine d'anno ci ripropone invariabilmente il medesimo copione. Il varo di una sorta di provvedimento calderone dell'ultimo minuto con cui il governo aggiusta tutte le questioni ritenute più delicate, differendone l'entrata in vigore. Così tutti possono dirsi contenti. Quelli a favore delle norme, perchè le vedono comunque confermate; quelli contrari, perchè ne viene in ogni caso differita l'indesiderata applicazione. Affitti d'oro, web tax, sfratti, altri temi. Ma non è poi così importante giudicare il merito.
Come è noto appena tre mesi fa il governo ha reso pubblica la nota di aggiornamento del def.
Il DEF non è altro che il Documento di Economia e Finanza che rappresenta l'elemento centrale della programmazione politica, economica e di bilancio del nostro Paese con previsioni poliennali che, in quest'ultimo caso, arrivano addirittura fino al 2017. Un documento che rappresenta anche il punto d'incontro tra la politica nazionale e le richieste dell'Europa. Un documento che individua la misura delle principali variabili macroeconomiche che il governo stima di poter realizzare, tramite la sua azione, stante una crescita presunta del PIL.
Le vicende sicuramente diverse, ma parallele, che riguardano Telecom e Alitalia sono, al tempo stesso, la conferma dell'inadeguatezza di un'intera classe dirigente pubblica e la fotografia delle difficoltà di fare oggi impresa, a livello competitivo, nel nostro paese.
Secondo un noto adagio, la matematica non è un'opinione. Se questo è vero, proviamo allora ad applicare questo principio di elementare buonsenso ai conti dello Stato, così come emergono dalla nota di aggiornamento del DEF recentemente approvata dal Consiglio dei Ministri.
Pagine