Il nostro fisco, si sa, ormai parla sempre più spesso in inglese.
Specie quando deve introdurre innovazioni e dare, in questo modo, l'idea che queste siano mutuate da contesti internazionali dove si applicano da tempo e con successo. Anche quando questo, in realtà, non è per niente vero.
È il caso del cosiddetto "split payment", letteralmente "scissione del pagamento", comparso tra le novità della legge di stabilità 2015, senza nemmeno attendere il previsto via libera definitivo da parte della Commissione europea.
Lo scorso mese di ottobre, davanti alla platea festante degli industriali di Bergamo, il premier Renzi aveva annunciato che la legge di stabilità avrebbe previsto, tra l'altro, lo sgravio del costo del lavoro dall'imponibile Irap, generando in tal modo un effetto di minor carico fiscale, per imprese e professionisti, quantificato nell'ordine di circa 6,5 miliardi di euro.
La legge di stabilità introduce, per il 2015, un nuovo regime fiscale per i cosiddetti "minimi". I "minimi" sono quei lavoratori autonomi che non raggiungono determinate soglie di fatturato tanto da poter essere considerati, per così dire, marginali. Una qualifica quest'ultima che tuttavia, a ben vedere, può valere per i loro ricavi ma non certo per la loro numerosità complessiva visto che questa, viceversa, supera il 90% dei contribuenti italiani titolari di una partita IVA. Quindi stiamo parlando di un ambito di significativa rilevanza non solo economica ma soprattutto sociale.
Prove tecniche di un fisco più semplice. Dopo le complicazioni (ancora irrisolte) delle tasse sulla casa, il governo prova a far diventare più semplice almeno la dichiarazione annuale dei redditi per milioni di cittadini italiani.
Il consiglio dei ministri ha infatti approvato le norme che sanciscono l'avvio della nuova dichiarazione dei redditi 2015. Una dichiarazione che, per circa 20 milioni di dipendenti e pensionati, sarà per la prima volta "precompilata". Salvo, in ogni caso, il diritto del contribuente di poterla comunque modificare.
È cominciato l'autunno delle tasse sulla casa. Da ottobre a dicembre, infatti, si concentrano gli appuntamenti con il fisco che riguardano in pratica ogni occupante di un'abitazione. Sono infatti chiamati ad adempiere circa 15 milioni di italiani, tra proprietari ed affittuari.
In qualsiasi attività lavorativa il soggetto cui è affidata la più alta responsabilità ricambia la fiducia che gli viene accordata tracciando un piano strategico degli obiettivi che, per il futuro, si impegnerà a realizzare. Fonda quegli obiettivi su previsioni che ritiene attendibili. Gli obiettivi possono essere certamente sfidanti, risultare anche giustamente ambiziosi ma devono comunque poggiarsi sempre su previsioni che non siano delle chimere irrealizzabili. Altrimenti si gioca la cosa più importante che ci sia per chi ricopre un incarico di alta responsabilità: la credibilità.
La notizia era nell'aria, ora l'ISTAT ce ne da la conferma. L'Italia è ufficialmente in deflazione.
E così dal prossimo mese di settembre noi italiani potremo sentirci in qualche modo un pò più ricchi. Almeno per quanto riguarda i calcoli statistici.
Il ticket sanitario, introdotto in Italia nel lontano 1989, è sostanzialmente una forma di compartecipazione dei cittadini al costo delle prestazioni sanitarie fornite dallo Stato. La logica originaria risiedeva nella necessità di responsabilizzare maggiormente i cittadini, disincentivando in tal modo il ricorso ad un uso eccessivo di farmaci e prestazioni mediche rispetto alle effettive esigenze.
È scattato lo scorso 30 giugno l'obbligo generalizzato, per imprese, commercianti e professionisti, di consentire ai rispettivi clienti di pagare i beni ed i servizi acquistati, per importi superiori a 30 euro, tramite moneta elettronica.
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