Leggi fiscali oltre l'emergenza

Con la tempestività che la situazione ha evidentemente richiesto, il governo ha dichiarato subito lo stato di emergenza a supporto dei territori del Centro Italia colpiti dal sisma del 24 agosto. Sono state anche varate le prime misure, tra cui il blocco delle tasse.

Il ministro Padoan ha quindi firmato il primo decreto di sospensione dei versamenti delle imposte fino al 20 dicembre per i diciassette comuni di Marche, Abruzzo e Lazio interessati dal sisma. A questo primo provvedimento, presumibilmente, se ne affiancheranno altri destinati a ricomprendere il pacchetto di agevolazioni fiscali che si riterrà di voler accordare, complessivamente, ai contribuenti colpiti dal sisma.

Provvedimenti che, prevedibilmente, si avvieranno a ricalcare quanto al riguardo già sperimentato in altri casi di calamità naturali come le alluvioni in Toscana del 2014 o i terremoti dell'Emilia del 2012 o dell'Aquila del 2009. Questo solo per citare gli eventi catastrofici che, più di recente, hanno colpito il nostro travagliato paese. Il premier Renzi, durante la conferenza stampa che ha annunciato i primi provvedimenti, ha fatto un'affermazione molto importante e significativa:"Credo che l'Italia debba avere non solo una visione emergenziale, lo hanno detto tutti dopo certi eventi.

Ora è il momento in cui tutti insieme, senza divisioni politiche, possiamo provare a fare un salto di qualità con un progetto che non sia limitato alle emergenze". Prendo spunto proprio da questo. È logico ritenere che questa affermazione non vada riferita solo alla prevenzione dei rischi, al soccorso delle popolazioni colpite ed alla successiva ricostruzione delle abitazioni e degli esercizi commerciali danneggiati. Ma anche, una volta per tutte, alla disciplina delle agevolazioni fiscali da applicarsi a seconda della gravità dell'evento calamitoso verificatosi.

Sino ad ora, infatti, governo e parlamento sono sempre intervenuti con norme post evento, specifiche per le aree colpite. Norme spesso simili, ma in ogni caso mai uguali. Perché allora non cogliere oggi l'occasione per varare finalmente una norma stabile, a regime, delle agevolazioni fiscali in caso di emergenza?
Evidentemente graduata in base alla gravità dell'evento, ma che permetta da subito di stabilire un riferimento preciso, chiaro per tutti, in ordine ai diritti di carattere fiscale applicabili nella specifica fattispecie verificatasi. Con, a quel punto, un'interpretazione univoca e consolidata. Eviteremmo così il balletto delle diverse opinioni che, al riguardo, fatalmente si contrappongono laddove il testo del provvedimento risulti, anche in parte, diverso da quello sulla base del quale ci si è evidentemente ispirati. Mi spetta o non mi spetta quell'agevolazione? Sì o no? Il commercialista o l'associazione di categoria dicono di sì ma l'agenzia delle entrate, guarda caso, interpreta diversamente .... Quante volte abbiamo visto questo film in passato?

Non è quindi l'ora di porvi rimedio per non aggiungere problemi inutili a chi di problemi ben maggiori è già stato pesantemente afflitto?
Inoltre, particolare non da poco, disciplineremmo finalmente con identica equità situazioni oggettivamente simili. Senza quelle disparità che molto spesso, in passato, sono risultate ingiustificate. Non rientra forse anche questo in quel progetto non limitato all'emergenza che giustamente il premier indica come modalità per operare il salto di qualità nell'affrontare quelle calamità che la malasorte continua a procurarci?

Ci soccorre, in questo senso, un esempio importante. Quando, nel 1976, un analogo terremoto ha squassato il nostro Friuli non esisteva ancora la Protezione Civile. L'attività di soccorso alle popolazioni colpite era demandata, sostanzialmente, all'esercito ed ai vigili del fuoco. Oltre che, beninteso, a tutte le straordinarie forme di volontariato che hanno costituito e costituiscono tuttora le migliori espressioni della nostra solidarietà nazionale. Ma, di fatto, ogni volta all'epoca, bisognava creare ex novo la macchina organizzativa.

Proprio sulla base di quell'esperienza, è stato allora creato dapprima, nel 1982, il Dipartimento della Protezione Civile e poi, nel 1992, il Servizio Nazionale della Protezione Civile. Proprio con il compito di "tutelare l'integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l'ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali". Un corpo quindi autonomo, specializzato, sotto la direzione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che si occupa stabilmente di prevedere e prevenire le calamità naturali, di intervenire nel caso queste si verifichino e di coordinare i soccorsi. Oltre che di pianificare il definitivo superamento dell'emergenza.

Un bel salto di qualità, quindi, di cui nel tempo abbiamo potuto sicuramente apprezzare i frutti.

Un esempio importante, cui fare ancora una volta riferimento.

Ora infatti può essere la volta della fiscalità che, a regime, stabilisca definitivamente quelli che sono i diritti di esonero o di differimento del contributo fiscale di chi è colpito da disastri naturali. Sarebbe un altro bel passo in avanti. Anche per non dover pensare, diversamente, che si voglia continuare a riservare la scelta alla discrezionalità del governo di turno, magari sulla base della territorialità dell'evento e degli interessi che a questa possano risultare collegati.

Claudio Siciliotti
@csiciliotti

04/09/2016 Messaggero Veneto